Le tasse sui conti deposito

Si sente parlare sempre più spesso di conto deposito. Trattasi di una tipologia di investimento a rischio basso, per cui si deposita in banca un capitale sul quale maturano degli interessi in un certo lasso di tempo (di solito annuo) e che viene restituito al termine del vincolo. Esistono conti deposito liberi e vincolati, e su di essi in entrambi i casi bisogna pagare delle tasse. Ma quali sono?

Innanzitutto cominciamo col dire che le spese di apertura e di chiusura del conto deposito spesso sono nulle, questo per incentivare i clienti all’acquisto di questi prodotti.

Invece di solito bisogna pagare l’imposta di bollo sui conti depositi, che consiste nello 0,20% calcolato sulle giacenze. Quindi per il conto deposito l’imposta di bollo che, per legge, deve essere pagata equivale al 2 per mille.La Legge di Stabilità 2016 ha stabilito che l’imposta di bollo consiste in una tassa proporzionale all’ammontare del deposito per cui i titolari del conto deposito sono tenuti al versamento annuo dello 0,20% delle somme vincolate.

Ma bisogna effettuare un importante distinguo fra il tetto massimo presente per le persone non fisiche (per tutti i soggetti diversi dalle persone fisiche il tetto massimo è 14mila euro) mentre per le persone fisiche non esiste alcun tetto o limite massimo. La nozione di deposito, secondo il codice civile, include sia il deposito che costituisce la provvista di un conto corrente sia i contratti distinti dal conto corrente.

In buona sostanza, il bollo è una tassa sul fatto che il cliente abbia ‘parcheggiato’ una certa somma di denaro, più o meno alta, sul conto corrente per investirla. Non a caso sempre più persone si lamentano del dover pagare questa imposta e per questo il conto deposito negli ultimi anni ha subito una flessione verso il basso. Ma le banche sono corse ai ripari.

Sempre più spesso, infatti, sono le banche che si fanno carico del pagamento dell’imposta di bollo sul conto deposito, dato che è una tassa sgradita ai clienti. Questo perché altrimenti, al netto dell’imposta, il conto deposito non risulterebbe più un mezzo di investimento davvero conveniente. Per questo molte banche prevedono un conto deposito senza imposta di bollo, che viene pagata dall’istituto stesso. Nella scelta del conto deposito, questa è una variabile da tenere da conto perché il costo dell’imposta varia fra 30-40 euro all’anno: non sono grosse cifre ma potrebbero rendere scarso il margine di guadagno del cliente e quindi proiettare gli investitori verso altre tipologie di investimento.

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